La Storia della Porcellana in Europa


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La porcellana, nel senso che oggi noi diamo a questa parola, è una materia ceramica bianchissima e dura, traslucida, sonora e compatta, ed era nota in Cina fin dall’epoca T’ang (618-907).

Le prime notizie, secondo la tradizione, furono recate in Europa da Marco Polo nel 1295 insieme a un piccolo vaso bianco, ora nel tesoro di San Marco. La parola “porcellana” appare per la 1ª volta nel “Milione” è stato supposto che questo nome derivi da quello di alcune piccole conchiglie usate in Estremo Oriente come moneta la cui forma, colore e rotondità ricordano un porcellino (porcella). Poiché la conchiglia ha anche la brillantezza della porcellana, tale etimologia è attendibile.

Dal principio del Trecento alla fine del Quattrocento la porcellana in Europa è considerata come una delle più belle produzioni del genio orientale ed il suo uso diventa una delle prerogative dei sovrani, degli alti prelati e dei grandi feudatari, i quali a considerevole prezzo le acquistano avidamente dai mercanti veneziani, pisani, genovesi e portoghesi.

Ancora alla metà del Cinquecento le porcellane sono gelosamente custodite assieme alle suppellettili più preziose del tesoro dinastico. Per secoli coppe, scodelle, piatti e vasi della Cina fanno la loro comparsa a lato del vasellame d'oro e d'argento solo su mense e credenze regali.

Per secoli i commensali le ammirano anche per il mistero e le leggende che circondano la loro composizione. Però il mistero non poteva essere eternamente impenetrabile. Nel XIV secolo furono fatti in Occidente diversi tentativi per arrivare a produrre la porcellana. Il maggior successo in questo campo lo ebbe una manifattura di Firenze che, nei Giardini di Boboli, sotto gli auspici del Granduca di Toscana Francesco Maria de Medici poté intraprendere dal 1575 al 1597, col forno impiantato da B. Buontalenti e da F. Fontana, una limitata produzione, ancor oggi definita “Porcellana Medici”. La materia di tale produzione è costituita da pasta tenera.

La prima porcellana “dura”, come quella cinese, nacque nel 1708-1709 dalla collaborazione tra il fisico e chimico Ehrenfreid Walter von Tschirnhausen e l’alchimista e cercatore della “pietra filosofale” Johann Friedrich Böttger.

Nel 1710, grazie all’interessamento di Augusto II, Re di Polonia ed Elettore di Sassonia, venne fondata a Meissen la 1ª fabbrica europea di porcellana dura, allo scopo di sfruttare economicamente la scoperta di Böttger. Per quasi 10 anni questa fabbrica non ebbe concorrenti di alcun genere, anche perché la formula della porcellana era tenuta segreta e la fabbrica era praticamente serrata nel castello di Albrechtsburg.

In seguito, a Vienna, poi a Venezia, quindi in Francia ed infine in quasi tutti i Paesi Europei sorsero molte altre manifatture.

La scoperta e la rapida diffusione della porcellana, sia per scopi utilitari che decorativi, fu particolarmente congeniale al gusto imperante nel XVIII secolo. La fragile e squisita bellezza della porcellana, lo splendore arcano della sua materia non mancarono di suscitare, in un secolo come il 700,la passione unanime di una società per la quale il gusto del gioco e del capriccio intellettuale, la fantasia delle forme e la libera audacia inventiva erano condizioni di vita e di arte. Non a caso, doveva essere nel secolo del Roccocò che la porcellana, così come l ebanisteria e le altre arti minori, ebbe il suo momento non solo di maggior fortuna ma soprattutto di più alto livello artistico. Anche lo stile architettonico dell’epoca prediligeva i piccoli palazzicon stanze intime e decorate di stucchi e boiseries che costituivano una cornice particolarmente adatta ai soprammobili delicati e alle figurine di materia traslucida; anche i costumi del tempo, preziosi e variopinti, si prestavano mirabilmente per la traduzione in porcellana.

La ricchezza in continuo aumento, la passione per le collezioni, che si divulgava sempre più, le importazioni di tè, caffè e cioccolata, prodotti che richiedevano recipienti particolari, il lusso delle corti (distrutto solo in seguito alla Rivoluzione francese) e il gusto sempre più raffinato fecero apprezzare la porcellana e la resero celebre. Per ornare un caminetto in un salone di epoca Luigi XV niente era infatti più richiesto dei vasi finemente decorati e dei soprammobili in porcellana.

Fra i vari principi e mecenati in Germania si distinse Augusto il Forte di Sassonia, fondatore della manifattura di Meissen.

In Francia fu soprattutto Madame de Pompadour, per lunghi anni favorita ufficiale di Luigi XV ad interessarsi in modo particolare alla porcellana e ad influenzare con il suo gusto le decorazioni. Grazie al suo intervento, nel 1756 la manifattura francese di Stato fu trasferita dal vecchio castello di Vicennes a Sèvres.

Un altro mecenate reale fu Carlo di Borbone, Re di Napoli,che divenne nel 1759 Re di Spagna con il nome di Carlo III. Sua moglie , Maria Amalia, era una delle figlie di Augusto III di Sassonia e Polonia e quindi nipote di Augusto il Forte. Non fu dunque per caso che nel 1743 venne creata nello stesso palazzo reale di Capodimonte, a Napoli, una fabbrica che il Re, quando salì al trono in Spagna, fece trasferire con i modelli e gli artisti nel castello del “Buen Ritiro”, a Madrid.

La fabbrica italiana più antica e la 3ª in Europa fu fondata a Venezia da Giovanni Vezzi nel 1720. Ebbe però una vita relativamente breve: infatti dovette chiudere nel 1727 per dissesti finanziari.

Un’altra fabbrica di porcellana importante fu fondata nel 1735 dal marchese Carlo Ginori a Doccia, vicino a Firenze. La famiglia di Savoia patrocinò la fabbrica di porcellana Firenze. La famiglia di Savoia patrocinò la fabbrica di porcellana dura di Vinovo, presso Torino, fondata nel 1776.

A Napoli, dopo che nel 1759 la fabbrica di Capodimonte era stata trasferita in Spagna, Ferdinando IV fondò una nuova manifattura, che iniziò il lavoro 1771 a Portici.

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